A fianco dei percorsi formativi proposti dall’Istituto Guetti e l’Istituto Professionale Enaip, anche le novità del nuovo anno all’Istituto UPT di Tione.
Buongiorno Antonella Flor, coordinatrice Upt Tione. Le scuole professionali hanno un forte legame con il mondo del lavoro. Quanto è difficile e come si fa a stare al passo nella proposta didattica con un mondo del lavoro che cambia molto più velocemente rispetto al passato?
Il rapporto tra la formazione professionale e il mondo del lavoro è alla base del nostro approccio educativo. L’apprendimento si sviluppa su due fronti: da un lato c’è la preparazione teorica e pratica che avviene nelle aule e nei laboratori della scuola, dall’altro l’esperienza diretta nelle aziende del territorio, dove gli studenti imparano competenze tecniche e professionali che sarebbe impossibile acquisire solo attraverso le lezioni tradizionali.
Questo collegamento diretto ci obbliga a creare collaborazioni solide e durature con le imprese locali e a mantenere un dialogo continuo con le associazioni di categoria. Non a caso, nel Consiglio Direttivo del nostro ente sono presenti i rappresentanti di Confcommercio, Confindustria e dell’Associazione Artigiani: solo così possiamo assicurare che la nostra formazione sia sempre in linea con quello che il mercato del lavoro richiede davvero.
Una strategia che si è rivelata particolarmente vincente è quella di coinvolgere nell’insegnamento professionisti qualificati che arrivano direttamente dai settori di riferimento: avvocati, commercialisti, imprenditori e altri specialisti.
Questi docenti-professionisti non solo rendono più ricca la nostra offerta formativa portando casi concreti e situazioni reali, ma sono anche degli interpreti preziosi di come il mondo produttivo si sta evolvendo, garantendo così un costante aggiornamento della proposta didattica dell’istituto.
Fra le novità nella scuola trentina di cui si parla in questi giorni c’è quella di una riforma del sistema di recupero delle carenze, ci racconta quale è l’approccio all’UPT ora e quali sono per lei i punti chiave da tenere al centro rispetto a questo tema?
Dobbiamo premettere che, nel sistema dell’istruzione e formazione professionale, è prevista una valutazione formativa e non “sommativa”. Siamo quindi attenti a valutare non solo il sapere, ma anche il saper fare ed il saper essere: atteggiamento, professionalità, capacità di mettersi in gioco e di dimostrare la volontà di acquisire quelle competenze per diventare ottimi lavoratori.
Se vi sono quindi valutazioni negative, riteniamo sia giusto offrire allo studente ed alla studentessa la possibilità di recuperarle prima del termine del percorso, ma non avrebbe senso l’istituzione di “blocchi” tout court, dato che, come abbiamo detto, la nostra è una valutazione formativa.
Specifichiamo infine che preferiamo “prevenire” le possibili situazioni negative con strumenti di supporto previsti lungo tutto l’arco dell’anno come ad esempio laboratori di scrittura, momenti di approfondimento del metodo di studio, sportello di ascolto, attraverso una psicologa con accesso libero e volontario, per sostenere la crescita individuale, pomeriggi di ripasso gestiti dagli insegnanti.
La nostra esperienza ci dice che questa impostazione consente ai singoli di essere protagonisti del proprio percorso e della propria crescita, aprendo loro la strada per il mondo del lavoro o per la prosecuzione degli studi fino ai gradi più alti, come prevede la nostra Costituzione.
Dal punto di vista dell’organizzazione scolastica, il prossimo anno porterà delle novità nell’istituto che dirige?
Quest’anno abbiamo rinnovato la scuola con nuovi arredi e l’introduzione di strumentazioni tecnologiche avanzate a disposizione di docenti e studenti. In ogni aula abbiamo sostituito le tradizionali lavagne con dispositivi innovativi che ci permettono di implementare metodologie didattiche moderne e interattive.
Nell’era dell’intelligenza artificiale, la scuola deve puntare sempre di più su una didattica basata sulle competenze, che vada oltre la classica lezione dove l’insegnante parla e gli studenti ascoltano. Dobbiamo privilegiare modi di imparare più efficaci e coinvolgenti per i ragazzi di oggi, che sono cresciuti nell’era digitale. Il nostro obiettivo è far sviluppare insieme la conoscenza teorica e le abilità pratiche usando approcci didattici innovativi.
Nel campo della formazione professionale, è fondamentale preparare gli studenti all’uso competente degli strumenti che si utilizzano davvero nelle aziende, con particolare attenzione ai gestionali aziendali e all’uso strategico dell’intelligenza artificiale. L’Ai sta infatti rivoluzionando i settori del terziario: nell’area amministrativa migliora notevolmente l’efficienza attraverso l’automatizzazione dei processi, mentre nelle vendite e nel marketing l’integrazione di tecnologie come realtà aumentata, negozio virtuale e vendita esperienziale sta cambiando completamente il modo di rapportarsi con i clienti.
L’investimento più importante che stiamo facendo consiste nello sviluppo di una piattaforma di Intelligenza Artificiale progettata specificamente per aiutare i docenti nella loro attività didattica e per potenziare i percorsi di studio e ripasso degli studenti. Questa piattaforma funziona esclusivamente con i contenuti didattici di proprietà della scuola: registrazioni delle lezioni, materiali video, documenti digitali e risorse fornite dalle case editrici.
Sarà presto discussa in Consiglio provinciale una proposta sui cellulari in classe – che ne limiterà l’uso secondo la formulazione attuale. Quale linea ha seguito finora l’istituto che dirige?
Nel nostro Istituto, il regolamento disciplinare viene creato e aggiornato periodicamente dal Parlamentino di Ente, un organismo collegiale formato dalla “Camera degli Studenti” e dal “Senato dei Docenti”, che lavorano insieme, con due sessioni annuali presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trento, per scrivere e approvare le regole interne.
L’articolo che disciplina l’uso dei cellulari è nato su proposta degli stessi studenti, che hanno collaborato con gli adulti in un clima di dialogo costruttivo per arrivare alla formulazione attuale. In base a questa norma, da alcuni anni tutte le nostre aule sono dotate di appositi contenitori dove gli studenti depositano i cellulari all’inizio delle lezioni.
Di conseguenza, l’eventuale introduzione di leggi che limitino l’uso dei cellulari in classe non cambierà sostanzialmente l’organizzazione didattica del nostro Istituto, che è già allineato a questi principi.















