In questi anni prosegue e si aggrava la crisi dei piccoli paesi con la chiusura di molte attività commerciali e dei pubblici esercizi. Ultima notizia la chiusura dal primo di novembre del negozio Conad di Preore. Se andiamo avanti così i nostri piccoli paesi diventeranno dei dormitori popolati solo da anziani? – Luca
Come giustamente ha ricordato, dal 1° novembre è chiuso il negozio di generi alimentari Conad della Famiglia Cooperativa Giudicarie a Preore. Un altro piccolo centro abitato rimane senza un servizio essenziale per la popolazione, soprattutto quella anziana. Un evento che deve farci riflettere perché è un ulteriore segnale di una tendenza destinata a segnare i prossimi anni in molti altri piccoli paesi nelle nostre comunità.
Soltanto 40 anni fa, come in tanti altri paesini, Preore vedeva la presenza di numerose attività commerciali, artigianali e pubblici esercizi. Oltre a due negozi alimentari era presente una macelleria, un negozio di abbigliamento, un ristorante e un piccolo albergo con annessi bar, due officine meccaniche, una parrucchiera. In questi 40 anni, una alla volta queste piccole attività che tenevano viva la vita della comunità sono state chiuse. La popolazione ha reagito, anche in questa occasione, con rassegnazione.
Sicuramente la vicinanza a Tione, al centro commerciale lungo la retta di Saone e la facilità nei trasporti hanno accelerato questa inevitabile tendenza. Non si tratta di cercare e attribuire colpe, ma è importante riflettere prendendo atto di una tendenza che sembra inarrestabile e all’interno della quale ognuno di noi è corresponsabile.
Il percorso che porta alla chiusura di un punto vendita è ormai noto. Nei piccoli negozi le scelte dei prodotti evidentemente sono limitate ed i prezzi mediamente più alti, far quadrare i conti. I clienti quindi si rivolgono ai supermercati, più o meno vicini, per la spesa settimanale, e al piccolo negozio per le provviste giornaliere. In questo modo i ricavi calano e costringono ad una diminuzione dell’orario di apertura per contenere i costi. Si instaura quindi una spirale che porta ad un ulteriore riduzione dei ricavi, e relativa riduzione delle ore di apertura, fino a quando la situazione non è più sostenibile, dal punto di vista economico, e la chiusura diventa inevitabile.
La riunione indetta dal Presidente della Famiglia Cooperativa Giudicarie, Mattia Pederzolli, a cui hanno partecipato solo una decina di soci di Preore, è la prova che l’interesse per il futuro del punto vendita non era più una priorità per i residenti, ormai attratti dall’offerta commerciale dei centri vicini.
Questa tendenza non si limita ai piccoli centri periferici. Anche nei Comuni più popolosi delle Giudicarie, a partire da Tione, si contano numerose chiusure di attività commerciali. Solo le zone a forte vocazione turistica resistono, grazie all’afflusso dei visitatori.
Se allarghiamo lo sguardo, vediamo che persino a Trento diversi negozi stanno chiudendo e nei centri commerciali, nati qualche decennio fa, iniziano a comparire spazi vuoti. La causa è nota a tutti, con l’aumento del commercio on-line e gli ordini attraverso le piattaforme come Amazon, (che ha avuto un’impennata dopo il Covid dal 2020) una buona fetta di affari esce dal circuito locale e va direttamente su quello internazionale.
Poche società internazionali si sono arricchite creando una sorta di monopolio del commercio digitale che non promette niente di buono per il futuro. Le conseguenze sono gravi: si indeboliscono le realtà locali, partendo dalle più piccole, ma il fenomeno sta erodendo anche le attività medio-grandi, minacciando l’intera economia locale e nazionale. Queste gigantesche società stanno diventando più potenti degli Stati stessi e, dal settore digitale, si stanno espandendo all’intelligenza artificiale, con il rischio di condizionare non solo i nostri acquisti, ma anche le nostre scelte e il nostro modo di pensare.
Il nostro futuro è, ancora una volta, nelle nostre mani, in questo caso come consumatori. Se scegliamo un’attività locale, le ricadute in termine di economia e sviluppo rimarranno a livello locale, se scegliamo per i nostri acquisti di andare sul mercato on line, saranno altri a guadagnarci.
Anche il Giornale delle Giudicarie fa la sua parte, promuovendo le attività commerciali del territorio. La sopravvivenza e la promozione delle nostre imprese sono strettamente legate al futuro nostro e dei nostri figli. Vale la pena di ragionarci sopra, perché la direzione che prenderemo dipende dalle scelte che facciamo ogni giorno.















