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Traduzioni e Comunicazione

Elezioni Europee giugno 2024. Messaggi a pagamento

Ai sensi dell'art. 7 della Legge 22 Febbraio 2000, n. 28, l'Associazione Giornale delle Giudicarie comunica che intende pubblicare sulla testata Il Giornale delle Giudicarie messaggi politici a pagamento relativi alle elezioni europee indette tra il 6 e il 9 giugno 2024

- Sono ammesse soltanto le seguenti forme di messaggio politico elettorale: annunci di dibattiti, tavole rotonde, conferenze, discorsi;

- pubblicazioni destinate alla presentazione dei programmi delle liste, dei gruppi di candidati e di singoli candidati;

- manifesti di presentazione dei gruppi di candidati e/o dei candidati.

-pubblicazioni di confronto tra più candidati

Tali messaggi devono riportare la dicitura Pubblicità  elettorale e indicare il soggetto politico committente.

Per informazioni e prenotazioni scrivere a: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.   o telefonare a 338 8366872

 

MODALITA E CONDIZIONI

- Gli spazi di propaganda saranno offerti a tutti i partiti, a tutte le liste e a tutti i singoli candidati che ne facciano richiesta;

- In caso di alleanze, ogni partito sarà  considerato in modo autonomo;

- Le prenotazioni e la consegna del materiale saranno possibili in qualunque giorno fino al 25 aprile 2024 per l'uscita di maggio 2024

- Il committente si assume la responsabilità esclusiva (civile e penale) di quanto affermato e dichiarato nello spazio autogestito sollevando Il Giornale delle Giudicarie da ogni responsabilità. Non saranno accettate inserzioni dal contenuto testuale o grafico difformi da quanto stabilito da tutte le norme di Legge e dalle disposizioni dell'Autorità Garante per le Comunicazioni vigenti in materia.

- Sarà  cura del committente fornire il materiale informativo attraverso e-mail o con consegna diretta in tempo utile per la realizzazione e personalizzazione dello spazio acquistato.

Si informa che  per l'acquisto dei messaggi politici sulle testate giornalistiche l'aliquota IVA è al 4%.

I prezzi sono indicati nel modulo di prenotazione spazi disponibile qui sotto

Non sono previsti sconti di quantità né provvigioni di agenzia.

 
PRECISAZIONE SCADENZE PER PRESENTAZIONE DOMANDE CONTRIBUTI BIM SARCA MINCIO GARDA ANNO 2023

Incentivi in primo piano per fotovoltaico e risparmio idrico in attesa delle Comunità Energetiche Rinnovabili (cer).


 
Caro Mario, un grazie di cuore da parte nostra e di tutti i Giudicariesi per l’impegno di una vita e per il tuo esempio che ci hai lasciato

Caro Mario,

ci hai lasciato alla bella età di 102 anni e già sentiamo un vuoto incolmabile, ma nel contempo rimane con noi indelebile il tuo ricordo di un fulgido esempio di attaccamento alle Giudicarie e al loro futuro.

Da anni dalle pagine del “Giornale delle Giudicarie” nella tua rubrica “Parlando giudicariese” hai trattato da tutti i punti di vista della difficoltà ma anche della bellezza di vivere di queste Valli periferiche ma ricche di storia, cultura, ambiente, comunità. Il tuo motto era “facciamo grop”, ovvero stringiamoci, stiamo insieme, collaboriamo, aiutiamo i giovani a crescere.

Nell’ultimo tuo articolo sul numero di ottobre dal titolo “Giudicarie proiettate in avanti grazie all’impegno dei giovanissimi” parlavi proprio dei giovani e l’ultima frase dell’articolo racchiude il tuo augurio più vero: “Ai giovanissimi ed ai giovani che si danno da fare per farci vivere al meglio possibile le nostre “comunità”, un grazie di cuore a nome di tutti i Giudicariesi”.

Ma alcune righe prima ci hai lasciato un compito importante: “Mi sento di esprimere un sentito auspicio che tutta la gente, adulta e anziana, sia disponibile a dar loro una mano affinché tanto entusiasmo e tanto impegno realizzino davvero un presente maggiormente consono ed un avvenire migliore”.

Un grazie di cuore da parte nostra e di tutti i Giudicariesi per l’impegno di una vita e per il tuo esempio che ci hai lasciato.

Il “Giornale delle Giudicarie” si impegnerà accanto a tutti i Giudicariesi affinché il tuo auspicio possa portare davvero ad un avvenire migliore per tutti.

Sentite condoglianze a Flavio e Sabrina e a tutti i tuoi familiari.

 

Il Presidente, la Redazione e tutti i collaboratori del “Giornale delle Giudicarie”

 

 
Tempo di elezioni

Tempo d'elezioni in terra e in cielo. In terra, si sa, solo gli italiani saranno chiamati a votare il 25 settembre e già i partiti sono in piena campagna elettorale. Sta succedendo di tutto, sembra d'essere alla festa della polenta di Storo, ognuno la “mena” come vuole, tutti presi dal raggiungere la vittoria. In cielo le cose non sono per niente tranquille, già ci sono problemi con il popolo dei fedeli incazzati più che mai per l'arsura dell'intera estate, caldo e solo caldo, fontane chiuse o semichiuse, docce risparmiose, piogge dimenticate. A nulla sono valse le sante messe per implorare qualche giornata di pioggia, le messe son cose serie, ma per qualcuno sono manifestazioni in cui far bella figura, e così nulla ha funzionato, giustamente, anche perché la maggior parte dei partecipanti a messa ci va si e no una volta all'anno. Poi, più di tutto sono preoccupati per l'esito delle elezioni. Il cielo, si sa, ci tiene a non essere di parte, cancellati i comunisti che per anni hanno messo in pericolo i sacri dogmi, oggi come oggi, le cose sono del tutto cambiate. Più o meno sono rientrate nell'apprezzamento dei valori della nostra atavica civiltà, i pericoli sono scomparsi e il cielo si sarebbe augurato qualche decennio di pace serena. Magari! In ogni parte d'Italia è scoppiata una baraonda elettorale confusa e per niente promettente. Compreso il Trentino dove la confusione è totale.

 

È un po' questo l'argomento che ha riunito i sodali all'osteria della Maroca per chiarirsi le idee in modo da poter votare con consapevolezza. Al solito tavolo si sbracciano da più di mezzora: l'Abele il fedifrago, il Lorenzo a suo modo filosofo popolare, l'Archimede il saggio, l'Osvaldo caccola e il sindaco (ex) Filippo. Alla Maroca di politica non gliene frega niente, recapitati i due fiaschi richiesti, s'è ritirata indifferente ai lodevoli ragionamenti dei suoi più assidui clienti.

Il sindaco Filippo è tutto preso dal raccontare come stanno andando le cose in quel di Trento: “Amici miei, anche da noi la campagna elettorale s'è fatta dura come un po' dappertutto. Destra, sinistra, centro, si stanno sbracciando per raccontarcela il meglio possibile. Non che dicano cose serie, dicono soprattutto le cose che la pancia della gente s'aspetta...qualche cosa di vero, in gran parte cose fasulle, inventate per fare colpo, come a teatro, bisogna fare colpo se si vuole abbindolare la gente, e allora giù a chi le spara più grosse...”.

“Hai ragione sindaco, se guardi la tv, ad ogni ora, c'è qualcuno che te la racconta, tu magari ci credi, ma il giorno dopo lo stesso politicante te la racconta in un altro modo...” interviene l'Archimede il saggio, che sa quel che dice. “E allora?” chiede preoccupato l'Osvaldo caccola, convinto che tutto sommato la sua pancia non si aspetti niente di più di quello che ha.

“Alla fine credo che vincerà il centrodestra...il PD brancola nel buio, con la sua consueta puzza sotto il naso, non s'accorda con nessuno. È destinato a vivere una pessima stagione. Men che meno possono dire qualcosa Renzi e Calenda, del Centro, avrebbero mille cose buone da progettare e da fare, ma finiranno per rischiare la nullità. Quella Meloni lì, invece, è una bestiola da non trascurare, non è particolarmente bella, d'altronde le donne in politica non sono niente di speciale, loro sono tutto cervello, la bellezza in politica conta poco...” sentenzia con ragione Lorenzo il filosofo.

E continua il sindaco Filippo: “Credo anch'io, la Meloni è furba, intelligente, secchiona...sta già mettendo insieme il suo governo e i suoi futuri ministri, convinta com'è di vincere alla grande. Nella scelta dicono che li passi un po' tutti ai raggi x, poi l'analisi del sangue, poi la prostata, vuol essere sicura di scegliere al meglio, convinta com'è che la mente è sana in un corpo sano, come si diceva una volta. Il suo problema più evidente è quello di riuscire a convivere con Salvini alleato. Con Berlusconi le cose sono più facili, mica sempre è presente: una volta a Roma, una volta in Sardegna, una volta all'ospedale, per lui ormai fa tutto la bella Marta Fascina, la sua compagna con trenta-quarant'anni meno di lui, fossi al posto del Berlusca me ne starei a letto giorno e notte a giocherellare con la Marta, altro che politica ove ormai è commiserato un po' da tutti...”

“Giusto, vuoi mettere, giocherellare con la Marta è tutta un'altra politica” dice la sua l'Abele.

E il sindaco Filippo riprende la parola: “Il problema rimane Salvini, e la Meloni lo sorveglia come una cagna da guardia per evitare che combini pasticci. E lui, il Salvini, il compulsivo che tra un comizio e l'altro, in spiaggia, in bicicletta, col gelato o il lecca lecca in mano fa capire (in pubblico) e conferma (in privato) di voler assolutamente tornare a fare il ministro dell'interno perché è da lì che ha portato la Lega dal 17% al 35%, e se l'ha fatto una volta riuscirà a farlo di nuovo. Lui vuole il Viminale per continuare la campagna elettorale anche quando sarà finita. Per fare il Meloni della Meloni. La destra della destra. Ma la Meloni neanche ci pensa: quello dove lo metti, non ci sta, e dove lo metti ti pianta una grana. Al governo Salvini non ci andrebbe mica per governare. La Meloni è convinta che governare Matteo Salvini potrà risultare più difficile che governare l'Italia. La Meloni ormai sta tenendo in pugno ogni fase della campagna elettorale. Comprese le cose del Trentino. Pd ormai inesistente rimpiange i tempi della Cogo (è il colmo!) e di Pinter. La destra con FdI-Lega-FI con la baldanza tipica dei padroni di casa sta mettendo in lista per rappresentare il popolo trentino facce toste come Vittorio Sgarbi(saltato!) e la Michela Biancofiore, cosa cavolo centrino con il Trentino questi raffermi personaggi qualcuno ce lo dovrà spiegare...e poi questi sarebbero i rappresentanti del popolo trentino, gente che con noi non ha mai avuto a che fare. Bei rappresentanti!

Un po' meglio la Lega che ripropone Binelli di Pinzolo, giudicariese, tutti gli altri sono sconosciuti e il nostro compito, dicono vergognosamente, è quello di votarli fidandosi...fidandosi di chi? Di chi è peggio di loro?

Mah!! Al centro non c'è nessuno, a dir il vero un nostro rappresentante sembrava esserci, s'erano messi d'accordo Patt-Svp- e Progetto Trentino per candidare al di fuori degli schemi il vice presidente della Giunta provinciale Mario Tonina, ottimo elemento, giudicariese, legato alla sua terra, ma da Roma è arrivato il veto. La Meloni ha detto no, comando io! Questa è la politica che dovrebbe essere rispettosa della volontà della persone chiamate a votare. Un elettore ha il diritto di andare in cabina e scegliere il candidato in cui più ha fiducia, in cui crede, e invece siamo ormai dei semplici burattini della politica, dall'alto ci danno gli ordini e noi, per fortuna sempre meno, dobbiamo ubbidire”.

 

E così il sindaco Filippo ha concluso la sua filippica (è il caso di dirlo!), i suoi sodali basiti stanno ancora rimuginando su quanto è stato detto e su quanto capito. Il vostro Saltaro concorda...meditate gente! Meditate!

 
Al Guetti si riparte con ottimismo

Alessandro Fabris, dirigente dell'Istituto Guetti di Tione. Lingue, educazione civica, inclusione e collegamento con il mondo del lavoro e con le università i focus dell'anno scolastico in partenza.

 

Il nuovo anno scolastico è alle porte, quali novità ci sono nella scuola che dirige?

La più grossa novità rispetto agli ultimi due anni è certamente la possibilità di programmare l’attività didattica e la logistica scolastica senza doversi preoccupare troppo di misure di contenimento della diffusione del COVID-19, tematica che ha influenzato come tutti sappiamo la vita delle scuole a partire dal marzo del 2020.

Per il Guetti una novità significativa è inoltre rappresentata dal rinnovo di alcuni ambienti laboratoriali. Abbiamo messo in agenda un ripensamento degli spazi dedicati ai laboratori scientifici e di informatica, con l’obiettivo di avere locali più confortevoli e adatti alle metodologie didattiche moderne. Si tratta di lavori che probabilmente andranno avanti anche oltre l’inizio delle attività didattiche e che in parte saranno ultimati nel corso dell’estate 2023. Potremo inoltre finalmente utilizzare senza restrizioni la rinnovata zona ristoro che è stata ultimata lo scorso anno.

Dal punto di vista progettuale abbiamo tante idee e molta voglia di metterci in gioco per essere una scuola che sappia rispondere al meglio alle aspettative non solo degli studenti e delle loro famiglie, ma anche più in generale del territorio di cui facciamo parte. Quindi dedicheremo grandi energie al potenziamento delle lingue, all’educazione civica e alla cittadinanza, all’inclusione delle diversità e di tutte le fragilità, al collegamento con il mondo del lavoro e con le università.

Un ultimo aspetto interessante è che, grazie ai recenti concorsi, avremo un bel numero di nuovi docenti che entrano di ruolo al Guetti e che sapranno certamente portare stimoli e competenze nel nostro istituto.

 

Parliamo di trend nelle scelte scolastiche delle famiglie: su cosa si orientano i giovani? Ci sono differenze rispetto agli anni scorsi?

Se devo guardare l’istituto Guetti, negli ultimi anni abbiamo avuto in termini di iscrizioni un aumento continuo, segno che accanto alla facilità di fruizione di una scuola vicina alla propria residenza, vi è anche un apprezzamento dell’offerta formativa. Credo che negli anni a venire, in particolare tra 4 o 5 anni, comincerà a farsi sentire un considerevole calo demografico per le classi d’età che frequentano gli istituti superiori di cui dovremo tenere conto.

Negli ultimi anni ho comunque visto certamente crescere molti indirizzi di studio, in particolare l’indirizzo tecnico economico e il liceo linguistico, segnale probabilmente di un’attenzione alle competenze linguistiche da parte dell’utenza. Per quanto riguarda il nostro grado scolastico, per una scuola territoriale come il Guetti devo riconoscere che spesso la carta vincente dell’orientamento è l’autorevolezza e la credibilità con cui si lavora e che è quotidianamente sotto gli occhi di studenti e famiglie.

 

Se dovesse spiegarci quali sono gli obiettivi primari che la scuola che dirige persegue per i propri studenti, cosa ci direbbe?

Abbiamo un bel documento che si chiama Progetto di istituto in cui gli organi scolastici condividono le idee di fondo che guidano l’azione didattica ed educativa. Poi nella pratica quotidiana quello che spero e per cui lavoro è che tutti gli insegnanti adottino come obiettivo di fondo lo stimolo alla conoscenza, alla curiosità verso i diversi saperi. È da queste passioni che possiamo sperare di avere domani dei cittadini soddisfatti di quello che fanno. È arcinoto che gli adolescenti oggi sono sovrastimolati dalle esperienze dei social media, spesso passive e a fortissimo rischio dipendenza e dunque totalizzanti. Gli studenti vivono dunque frequentemente con antipatia le esperienze che comportano una messa in gioco del proprio tempo e delle proprie energie. Qui sta, oltre che la necessità di supporto delle famiglie, la bravura degli insegnanti: non accontentarsi di offrire un panorama di conoscenze anche di alto livello, ma sapere smuovere interessi e passioni per superare l’energia di attivazione dell’impegno delle ragazze e dei ragazzi. La ricompensa per chi ci riesce, docente o studente che sia, ripaga di tutti gli sforzi.

 

Non si può archiviare la pratica Covid: con che spirito iniziate questo anno scolastico in merito alla pandemia e come hanno inciso questi ultimi anni rispetto al modo di fare scuola?

Siamo molto contenti che le raccomandazioni in tema sanitario siano minimali, frutto certamente di un’analisi seria delle autorità sanitarie e scolastiche nazionali e provinciali. Questo ci permette di pensare alle attività a scuola, alle uscite e ai viaggi con fiducia, senza restrizioni. Con le prime linee guida che abbiamo ricevuto si fa tuttavia riferimento alla possibile necessità futura di adottare soluzioni organizzative più stringenti qualora il quadro lo richiedesse. È inevitabile quindi che ci sia un po’ di paura che lo scenario, tutto sommato confortante, di questa fine estate debba cambiare radicalmente nel corso dell’autunno o dell’inverno. Ma, fino a prova contraria, rimaniamo fiduciosi.

Abbiamo speso tante parole sulla scuola ai tempi della pandemia, penso che in futuro rimarrà come acquisita una grande competenza e flessibilità in tema di tecnologie didattiche e di comunicazione, basti pensare ai colloqui scuola famiglia on line che in molte realtà sarà comodo ed efficace per tutti mantenere.

 

 
Giudicarie, terra di vescovi: don Ivan Maffeis a Perugia

- Denise Rocca

 

Dopo Lauro Tisi, di Giustino, arcivescovo di Trento, dall'11 settembre don Ivan Maffeis, originario della Val Rendena, sarà il nuovo arcivescovo di Perugia.

Nato a Tione il 18 novembre 1963 don Ivan Maffeis ha ricoperto diversi incarichi all'interno della chiesa: lasciò Trento nel 2009 per diventare Vicedirettore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei che passò poi a dirigere nel maggio 2015 (fino a settembre 2019) anche con il ruolo di Portavoce dei vescovi. A ottobre dello stesso anno venne nominato Sottosegretario della Cei, stretto collaboratore dei cardinali presidenti Angelo Bagnasco e Gualtiero Bassetti e dei Segretari Generali: prima il vescovo Nunzio Galantino e poi Stefano Russo. Dal 2017 don Ivan è anche consultore del Dicastero per la Comunicazione. Prima di approdare a Roma, don Ivan, prete-giornalista, aveva diretto per dieci anni il settimanale Vita Trentina, Radio Trentino inBlu e l’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi trentina. Per sei anni è stato anche Segretario nazionale della Fisc, la Federazione dei settimanali diocesani. Alla cattedra episcopale perugina, succede al cardinale e arcivescovo Gualtiero Bassetti, ex presidente della Cei.

 

Si aspettava questa nomina e di lasciare Rovereto così presto dopo il suo rientro da Roma?

Quando Bassetti mi ha chiesto perché vuoi tornare in parrocchia: io ho detto vengo da una famiglia semplice di un paese di montagna che mi ha dato la possibilità di studiare; la mia chiesa mi ha dato tante opportunità e mentre parlavo disegnavo una casa con dei piani che salivano: da Vita Trentina alle tante esperienze belle che ho vissuto. Disegnavo un piano sopra l'atro e poi gli ho detto che sentivo l'esigenza di scendere in cantina. Ecco voglio andare in cantina per vedere se la mia vita ha delle fondamenta: non mi interessa un piano in più, voglio capire se la mia vita ha fondamento, ha senso,fare un cammino di condivisione della vita cristiana con la gente, restituire tutto quello che ho ricevuto. Sentivo un bisogno enorme di andare all'essenzialità di quel vita cristiana che il vangelo ti consegna e rimane per me la ricetta per una vita buona. Sono tornato a Rovereto con grande voglia di stare con la gente, vado a Perugia con molta umiltà.

 

Quello di arcivescovo è un ruolo molo diverso da quello di parroco, cosa le mancherà e quali porte nuove, invece, le apre nel professare la fede questo suo nuovo ruolo?

Il parroco è la figura più vicina alla gente, che ne condivide le gioie – le nascite, i matrimoni - ma anche la sofferenza dei malati, il lutto. La figura del parroco mi ha sempre affascinato per lo spirito di condivisione: parli la lingue della gente pur con tutti i limiti di un prete. Laddove un prete si espone per la sua comunità, la comunità lo ricambia cento volte. Penso a quanto la gente ci perdona, è paziente con noi. Il prete dà un contributo importante, ma è la comunità che tiene in piedi il prete, in questa reciprocità io vedo la figura del parroco. Quello che mi mancherà di più credo che sarà questo orizzonte di condivisione.

In positivo, credo che in questa nuova responsabilità che per me è davvero tutta da scoprire, penso di trovare il rapporto con i preti: la figura di vescovo è anzitutto rivolta a loro e io mi auguro di riuscire a costruire con i sacerdoti della diocesi un rapporto di fraternità e di spendermi per questo proprio perché sono loro che hanno il rapporto diretto e continuativo con le persone e la comunità che io credo profondamente non vive di eventi singoli – quand'anche fosse la visita del proprio vescovo - ma vive del quotidiano di cui ill proprio parroco è il principale attore. Se riuscissi anche solo a costruire un rapporto di comunione, stima e motivazione con i preti credo che avrei fatto una buona cosa.

 

Ai fedeli, che in questi ultimi anni hanno vissuto una pandemia e una guerra sulle porte di casa, la Chiesa che risposte può dare?

Io credo che siamo chiamati a dare un contributo più che una risposta. Un contributo di speranza: questi due anni ci hanno fatto toccare con mano un dolore enorme e prima sconosciuto: penso a chi ha perso i propri cari senza poter stare loro accanto, c'è un dolore enorme che si aggiunge alla perdita. E questo dolore è ancora presente e fa molta fatica ad essere espresso, le persone non sanno a chi consegnarlo in qualche modo. Credo che la Chiesa può dare speranza in una situazione che ci ha spogliato di sicurezze e messo davanti a qualcosa di inedito. Penso alla fatica che tante realtà sociali stanno facendo a ripartire: ma la strada è questa, cerchiamo di uscire insieme da questa tempesta, il Papa ha detto più volte che “siamo nella tessa barca”, significa che ognuno può dare il proprio contributo e la Chiesa ha il suo contributo nel credere davvero che l'incontro con l'altro è la realtà più preziosa. Credo che lavorare per ritessere le relazioni sia a beneficio di tutti, di credenti e non credenti.

 

Molti sembrano oggi i cristiani che vivono la propria fede fuori dai riti, il primo la Messa domenicale che è sempre meno frequentata: è una esperienza di fede diversa, magari legata anche a tempi famigliari e lavorativi che sono molto cambiati rispetto al passato o un'espressione di stanchezza e superficialità?

Credo che nella nostra gente ci sia un profonda domanda di spiritualità e interiorità, una domanda che può essere nutrita di valori. Le domande sul perché ci alziamo al mattino, perché affrontare una giornata di lavoro o i piccoli problemi della quotidianità sono presenti, c'è una disponibilità delle persone a porsi questi dilemmi. Il ritmo di vita moderno fa a pugni con queste domande e con questa spiritualità, è vero, ma laddove le persone trovano accoglienza e gratuità si fanno avanti. L'Eucaristia resta un momento centrale, un vertice e anche l'origine allo stesso tempo della fede. C'è il rischio che tanti segni della via cristiana, come la Messa, non riescano più a parlare perché abbiamo perso quella lingua comune che, fino a ieri, credenti e non avevano come riferimento. Oggi la conoscenza stessa della Bibbia è superficiale, ma rimango convinto che ci sia spazio per lavorare su alcuni punti che possono agganciare le persone: con l'accoglienza cordiale, la disponibilità ad ascoltare, l'abbattere il più possibile muri e costruire ponti credo che la ricerca della fede possa trovare nuova linfa e con essa la partecipazione all'Eucaristia e alla preghiera. Non è solo una strategia per parlare alle persone, per me è davvero la bellezza di essere cristiani che con semplicità vanno all'essenziale della fede, e cercano di viverla con atteggiamenti concreti. Rimango fiducioso che ci sia una grande possibilità di annuncio del Vangelo se questo passa dal linguaggio quotidiano della gente e da una disponibilità concreta.

 

 
Certificazioni linguistiche e laboratori di robotica nel Chiese

 

Romeo Collini, dirigente dell'Istituto Comprensivo del Chiese “don Lorenzo Milani”: “Rispetto allo scorso anno, i dati mettono in luce un interesse sempre più vivo per l’istruzione e la formazione professionale”.

 

Il nuovo anno scolastico è alle porte, quali novità ci sono nella scuola che dirige?

Siamo ai blocchi di partenza per l’inizio del nuovo anno scolastico e le attese da parte di tutti gli attori della scuola e delle famiglie degli alunni sono numerose, nonostante le incertezze e le preoccupazioni segnate da un’interminabile pandemia e dalle crudeltà della guerra in Ucraina.

Per il nostro Istituto le principali novità sul piano didattico riguardano l’implementazione delle ore del curricolo opzionale alla scuola primaria con l’introduzione di un pomeriggio settimanale ulteriore di attività laboratoriali per il potenziamento dell’area artistico-espressiva, pratico-manuale e motoria. Nel segmento di scuola secondaria di primo grado, invece, dopo uno stop durato due anni a causa degli stringenti protocolli anticontagio e dei diversi problemi logistici, saranno reintrodotte le attività facoltative del venerdì pomeriggio, nello specifico i corsi di preparazione alle certificazioni linguistiche di tedesco e inglese e laboratori di robotica per le classi seconde e terze.

La robotica educativa verrà implementata e adattata a percorsi e progetti trasversali e interdisciplinari anche alla scuola primaria, in quanto si rivela uno strumento di apprendimento innovativo, coinvolgente e di inclusione. Con il finanziamento ottenuto a fine maggio per la realizzazione di spazi laboratoriali e per la dotazione di strumenti digitali, nell'ambito del Piano Provinciale Scuola Digitale, ogni plesso del nostro Istituto sarà dotato di attrezzature di base per l’insegnamento del coding e della robotica educativa e di un dispositivo per la creazione e stampa in 3D. In tema di accoglienza e inclusività, si proporrà uno specifico percorso laboratoriale di avvicinamento alla lingua italiana per facilitare l’integrazione scolastica degli alunni arrivati negli ultimi mesi del precedente anno scolastico.

Le novità più importanti relative alla logistica interessano i lavori di realizzazione di un locale mensa ad uso della scuola primaria di Condino, situato all’interno del piano mansardato di Palazzo Belli, in modo da poter costituire un ambiente educativo idoneo che possa soddisfare le esigenze degli alunni e del personale scolastico.

Infine, in accordo con gli altri Istituti comprensivi della rete Scuole delle Giudicarie, adotteremo un nuovo applicativo per la gestione di assenze, presenze, valutazioni, prenotazioni, colloqui e comunicazioni con la famiglia: il Registro elettronico provinciale ISI REL.

 

Parliamo di trend nelle scelte scolastiche delle famiglie: su cosa si orientano i giovani? Ci sono differenze rispetto agli anni scorsi?

L’orientamento non si limita più a delineare solo la direzione di un percorso professionale ma diventa un processo di concezione e costruzione del proprio progetto di vita, questo già a partire dalle proposte orientative che offre il primo ciclo di istruzione. L’obiettivo è quello di aiutare l’alunno a scoprire la propria vocazione e di accompagnarlo e guidarlo nella scelta della scuola superiore.

Le statistiche ci possono aiutare a comprendere più da vicino quali sono stati gli orientamenti degli studenti delle classi terze, in modo da scattare una fotografia più precisa del nostro Istituto.

Su 131 alunni che hanno conseguito il diploma, il 41% ha optato per l’istruzione e formazione professionale, il 30% per l’istruzione liceale, il 29% per l’istruzione tecnica. Rispetto allo scorso anno, i dati mettono in luce un interesse sempre più vivo per l’istruzione e formazione professionale, probabilmente perché, soprattutto in questo momento, sembrano garantire più sicurezza lavorativa, mentre non rispecchia il trend generale e si attesta sotto la media provinciale il numero di studenti che hanno scelto un indirizzo tecnico o liceale.

 

Se dovesse spiegarci quali sono gli obiettivi primari che la scuola che dirige persegue per i propri studenti, cosa ci direbbe?

Al centro della nostra scuola ci sono gli alunni e quindi tutto il nostro lavoro, le risorse, gli ambienti e le dotazioni tecnologiche sono destinati a promuovere la formazione ai valori e a favorire il processo di apprendimento, al fine di garantire il successo formativo degli studenti. Questo è un obiettivo irrinunciabile per noi e per ogni altro Istituto.

Altro obiettivo primario che oggi rappresenta sempre più una grande sfida è quello di offrire una didattica inclusiva, capace di valorizzare le differenze e i punti di forza individuali, cercando di creare occasioni e opportunità di crescita continua, attraverso lo scambio e il confronto.

Non ultimi per il nostro Istituto rimangono gli interventi e le progettualità in grado di creare le condizioni per una scuola sicura, aperta al territorio, che educhi ai valori della pace, della legalità, libertà e dell’interculturalità.

 

Non si può archiviare la pratica Covid: con che spirito iniziate questo anno scolastico in merito alla pandemia e come hanno inciso questi ultimi anni rispetto al modo di fare scuola?

Ho assunto il mio incarico come Dirigente scolastico nel settembre 2020 alle prese con le mille difficoltà legate ai distanziamenti, alle misure di prevenzione e sanificazione che il Covid ha imposto. Oggi mi appresto ad iniziare l’anno scolastico che ormai è alle porte con più fiducia e speranza e soprattutto con la convinzione che si possa andare verso una nuova normalità.

Nuova, perché non dobbiamo dimenticare che durante la pandemia la scuola si è dovuta velocemente riorganizzare tramite la ri-progettazione dei percorsi e l’utilizzo di innovazioni didattico-metodologiche che hanno lasciato un segno profondo nella pratica didattica, contribuendo a rendere gli alunni soggetti più attivi del loro apprendimento.

 

 
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